Piazza Filippo Corridoni e Palazzo Comunale

La piazza costituisce un importante esempio dell’architettura Razionalista italiana. Costruita sull’antica Piazza Castello, di cui restano la chiesa di San Francesco ed alcune case del XV secolo, la sua caratteristica principale è quella di aver creato un ambiente urbano moderno in un tessuto edilizio antico.

Tutto ebbe inizio con l’abbattimento di alcune costruzioni situate nell’area interessata dai lavori: una fortificazione di epoca medievale, la chiesa di Santa Maria de Jesu e numerose abitazioni già espropriate. Si procedette quindi con un consistente sbancamento di terreno, per livellare la superficie ottenuta a seguito delle demolizioni. Il livello del vecchio piano di calpestio è ancora visibile sul fianco sinistro della chiesa di San Francesco, per la quale si dovette costruire una scalinata di raccordo fra l’ingresso principale, rimasto in posizione sopraelevata, e la pavimentazione della piazza. L’area fu inaugurata alla presenza di Benito Mussolini nel 1936, al culmine delle celebrazioni organizzate in memoria di Corridoni: in onore di quest’ultimo, nel 1931 la città di Pausula aveva mutato il proprio nome assumendo quello di Corridonia. Nell’occasione, il regime bandì un concorso nazionale per la progettazione della piazza, i cui risultati non furono però giudicati soddisfacenti. Si decise così di scindere il progetto, affidando a Oddo Aliventi l’incarico di eseguire l’imponente statua, mentre l’arch. Giuseppe Marrani e l’ing. Pirro Francalancia avrebbero portato a termine la piazza ed un complesso comprendente il nuovo municipio, l’ufficio postale, una fontana-acquedotto e le relative strutture di collegamento. Il Palazzo Comunale funge, inoltre, da cornice al monumento di Filippo Corridoni, scultura in bronzo alta sette metri, realizzata da Oddo Aliventi. Sul lato settentrionale s’innalza il monumento ai caduti, con alla base una fontana in marmo. La piccola chiesa seicentesca del Suffragio chiude la piazza e testimonia l’originaria conformazione della stessa. La scultura di Oddo Aliventi misura sette metri d’altezza; dodici con l’aggiunta del basamento. Per realizzarla vennero fusi diversi cannoni requisiti agli austriaci durante la prima guerra mondiale. Nella porzione inferiore è posizionata quella che potrebbe sembrare la carena di una nave, si tratta in realtà della torretta di un sommergibile concepita con funzione di pulpito. Nella parte sottostante del monumento un arengario, composto da sei bassorilievi in bronzo, illustra i momenti salienti della vita di Corridoni: il sindacalismo, l’interventismo, il sacrificio. Superando il monumento si incontrano i tre ingressi sotto il portico da cui si accede all’atrio del Palazzo Comunale dove è visibile la bella scala d’onore. L’edificio Comunale funge da cornice al monumento all’eroe comprende un corpo centrale e uno laterale collegati da loro da un bel portico. Il palazzo comprende due piani e un ammezzato. Nel piano terreno, dopo un ampio atrio, a cui si accede dal portico mediante tre ingressi, si trovavano, il salone di onore per le pubbliche cerimonie e la biblioteca, gli uffici per le guardie, l’ufficiale sanitario e il veterinario. La Sala Consiliare, prima chiamata la Sala dell’Impero è costituita da un soffitto e un pavimento decorati in modo da riprodurre quelli del Pantheon a Roma. Sulla parete di fondo si trovava l’affresco denominato “Tireremo Diritto”, dell’artista Guglielmo Ciarlantini, raffigurante Mussolini a cavallo come un moderno San Giorgio, con il drago ai suoi piedi e le aquile meccaniche alla maniera futurista che volano in alto a sinistra. Ultimato il 20 ottobre 1936 per l’inaugurazione del Palazzo Comunale, nei giorni seguenti la liberazione di Corridonia, il dipinto venne graffiato e coperto da uno strato d’intonaco. Con una doppia scala si saliva al pianerottolo da cui si accedeva alla pinacoteca, alla logia del salone d’onore e all’archivio. Al primo piano, un grande salone per il pubblico dava accesso a tutti gli uffici. Dal portico si accedeva inoltre agli uffici poste, e telegrafo. Al lato opposto da alcuni gradini si accedeva ad una terrazza scenografica che dà sulla piazza. Fanno da corona alla piazza i vecchi fabbricati restaurati, della monumentale Chiesa di S. Francesco, delle scuole urbane con il grazioso porticato romancio e delle case Bartolazzi, Barconi e Cambogiani.

Si segnala, infine, uscendo dalla Piazza, lasciandosi alle spalle il palazzo comunale, alla destra del monumento, la scritta 1936 fatta con mattoncini rossi che si confondono tra i San Pietrini della pavimentazione. Ricordo perenne dell’anno d’inaugurazione.

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Costruzione XV secolo

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